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La ritrattistica
La ritrattistica nasce nell’antichità come necessità per tramandare il volto dei meritevoli, soprattutto per il ricordo dei defunti. Era pratica molto comune in epoca egizia con le famose maschere funerarie, la più famosa è quella del faraone Tutankhamon. Anche nel mondo etrusco e nel mondo greco ellenistico sono noti numerosi reperti che evocano questa tradizione. E’ con i romani antichi che si amplifica la produzione ritrattistica unendo il ritratto per venerare gli antenati al ritratto per onorare personaggi attuali che ricoprivano cariche pubbliche importanti.
A parte durante il Medioevo, dove si studia un’involuzione di tendenza e le immagini sono per lo più sempre legate al culto sacro e ai suoi rappresentanti, con il Rinascimento si riapre l’interesse verso l’uomo e la ritrattistica esplode nella maggior parte delle arti, pittura, scultura e arti minori, oreficeria, ricordiamo le medaglie di Pisanello, i ritratti di profilo di Piero della Francesca, Botticelli e Andrea Mantegna, Leonardo, Tiziano, Antonello da Messina…
Durante il periodo barocco e rococò (XVII-XVIII secolo) l'arte del ritratto ebbe un'enfasi ancora maggiore, basti pensare alle straordinarie opere dei pittori fiamminghi come Anthony Van Dick, Pietre Paul Rubens, Frans Hals, Rembrandt, allo spagnolo Diego Velazquez e ai numerosi celebri artisti italiani, pittori e scultori, Gian Lorenzo Bernini, Pompeo Batoni, Ferdinand Vouet; e le donne pure furono ambiziose in tale produzione, per citarne alcune Elisabeth Vigée Le Brun, Rosalba Carriera e Angelica Kauffmann.
A seguire il ritratto è sempre più di moda e si cerca di far risaltare nel personaggio anche il carattere introspettivo e umano.
Dalle Avanguardie del XX secolo in poi, il ritratto diviene gradualmente sempre più anti-naturalistico, Picasso arriva a sperimentare nel ritratto la sua ricerca cubista.
Dalla metà del XX secolo la ritrattistica tradizionale viene pian piano sostituita con la fotografia, con risultati altissimi, per esempio lo stesso Andy Warhol utilizza una fotografia di Gene Korman per realizzare la famosa serigrafia di Marilyn Monroe.
Endemione
Endemione, comunemente, è un giovane di straordinaria bellezza , amato da Diana. Giove gli concede il sonno eterno, assicurandogli così un'infinta giovinezza. Ogni notte la Luna gli fa visita e dalla loro unione nascono cinquanta figlie. In seguito l'immagine della Luna viena assimilata alla dea Diana.
La figura del giovane immerso nel sonno eterno ha ispirato molti artisti e poeti che in lui vedevano l'immagine della bellezza senza tempo. Il giovane è ritratto disteso e immerso nel sonno. Diana, al suo fianco, lo accinge in un abbraccio.
Eroi e Dei dell'Antichità, Lucia Impelluso, eidzioni Electa
L’icona russa
L’icona russa, ormai da duemila anni, costituisce l’immagine che la chiesa ha fornito al culto dei credenti come luogo della presenza di Dio. La venerazione del religioso non si rivolge però all’immagine rappresentata, bensì a qualcosa di più profondo ed astratto, in altre parole a colui che in essa è rappresentato. Questo è il motivo principale per cui le fattezze dei soggetti rappresentati non sono realistiche come quelle di un ritratto.Dice Sergij Bulgakov nel suo testo Ortodossia: "L’icona è una necessità essenziale per il culto… è infatti il luogo di presenza di grazia, come un’apparizione di Cristo. Si prega davanti all’icona di Cristo come davanti a Cristo stesso…L’esigenza di avere con sé e davanti a sé l’icona proviene dalla concretezza del sentimento religioso, che non si accontenta della sola contemplazione spirituale, ma cerca una vicinanza diretta sensibile, com’è naturale per l’uomo composto d’anima e di corpo…La venerazione delle sante icone si fonda quindi non solo sul contenuto stesso delle persone o degli avvenimenti in essi raffigurati, ma sulla fede in questa beata presenza, che è data dalla fede in forza del rito di benedizione dell’icona. Mediante la benedizione avviene nell’icona di Cristo un misterioso incontro fra colui che prega e Cristo stesso…”.Le icone più antiche risalgono probabilmente alla prima metà del IV secolo, quando il cristianesimo aveva già raggiunto una certa maturità. Secondo i Padri esse avrebbero potuto fornire un valido aiuto al consolidamento della fede.La tecnica usata per l’esecuzione dalle prime icone è quella dell’encausto -tecnica già nota agli egiziani- che consisteva nell’applicazione a caldo su supporto asciutto di colori impastati con cera.A partire dal IX secolo, dopo il periodo di repressione religiosa rappresentato dall’iconoclastia, prese avvio a Costantinopoli, città prescelta dagli imperatori come loro sede, un periodo di splendore per tutte le produzioni artistiche, da quelle architettoniche (furono edificate più di cento chiese) a quelle delle icone.Nel XII secolo l’icona subì l’influenza della produzione artistica costituita dai mosaici. Da essi in particolare fu ripreso il portamento delle figure, poste sempre frontalmente, e l’espressione semplice e severa dei volte.Un altro periodo, oltre a quello delle lotte iconoclastiche, in cui la produzione delle immagini sacre fu soggetta ad una battuta d’arresto, fu quello delle crociate (XIII secolo), durante le quali la città di Costantinopoli fu ferocemente saccheggiata. Come conseguenza di questi tragici eventi , i più importanti artisti che risiedevano nelle città furono costretti a fuggire e a trasferirsi in città limitrofe, come Macedonia, Candia, Cipro: nonostante ciò essi continuarono a lavorare mantenendosi sempre fedeli alla tradizione bizantina.Nel corso dei secoli successivi, l’icona torna ad essere una delle forme più rappresentative dell’arte, e le raffigurazioni diventano più delicate, raffinate e permeate da una maggiore umanità (XIV secolo), oltre che più complesse, con l’inserimento di paesaggi ed architetture che fungono da cornice per la figura umana (XV secolo).La definitiva crisi della fede ortodossa dell’impero bizantino si ebbe nel 1453 quando gli ottomani conquistarono Costantinopoli. La produzione iconografica si spostò allora verso la Grecia, le isole del Mediterraneo e i Balcani, oltre che la Russia.Le icone le mettevano sulle porte delle città, in casa al posto d’onore, le portavano nei campi di battaglia ed erano il simbolo più importante delle processioni. In sostanza erano presenze benefiche delle vita umana: nascono icone che proteggono le partorienti, davano conforto agli ammalati, vegliavano i moribondi, seguivano il defunto nella tomba, in attesa del Giudizio.https://oldpaintingsonline.com/prodotto/cristo-tra-i-santi/