Micromosaici, micromosaics
Cesare Aguatti, pioniere del micromosaico, nel 1774 realizza il Tempio della Sibilla a Tivoli.
Giacomo Raffaelli più volte ha realizzato le Colombe di Plinio, nome ispirato alla descrizione di Plinio il Vecchio di un mosaico eseguito da Soso nel II sec. a.C., una copia del quale fu scoperta dal prelato e più tardi cardinale Giuseppe Alessandro Furietti, nel 1736, a Villa Adriana a Tivoli. Un esemplare è al Museo Napoleonico. Il suo Cofanetto con farfalla, del 1787, è ai Musei Vaticani (Sale di S. Pio V). Suo figlio e collaboratore Vincenzo Raffaelli ne ha ereditato lo stile e la bottega.
Antonio Aguatti ha inventato lo smalto malmischiato, che permette di avere colori diversi sulla stessa bacchetta di vetro filato. Una sua parure in mosaico minuto, montata in oro, rappresentante figure di genere, databile 1805-1815 e appartenuta a Carolina Bonaparte è al Museo Napoleonico.
Nicola de Vecchis, firma una tabacchiera con Gruppo di anatre, su tartaruga e con cornice in oro.
Clemente Ciuli, realizza una tabacchiera con Tacchino che fa la ruota con sfondo di paesaggio, su placca in rame dorato.
Liborio Salandri è attivo a Venezia. Di lui si conoscono il Carro di Apollo, del 1805, e la placchetta con Danza di Satiro con capra, entrambe ai Musei Vaticani.
Vincenzo Moglia,
Luigi Moglia realizza Cane spaniel accucciato in ambiente campestre, 1820-1840.
Gioacchino Barbieri (1783-1857).
Michelangelo Barberi, allievo di Cesare Aguatti, è il micromosaicista più famoso, insieme a Giacomo Raffaeli. Realizza il tavolino con Trionfo d’amore, acquistato dallo zar Nicola I. Protetto dalla principessa Vol Volkonskj, più volte è chiamato dallo zar a San Pietroburgo. Perfeziona la filatura della pasta vitrea, realizzando smalti molto luminosi, grazie alla modifica di una lampada, azionata da un mantice, che gli orefici utilizzano per saldare: inventa così le tinte di soffio. Replica la sua tavola Il bel cielo d’Italia per l’Esposizione Universale di Londra del 1851. Il suo tavolo Ventiquattro ore a Roma è all’Hermitage.
Guglielmo Chibel.
Luigi Chiasserotti firma un fermacarte con Veduta di Castel Sant’Angelo e San Pietro (Musei Vaticani, Sale di S. Pio V). La sua produzione, fine ottocento, risente dello stile dell’impressionismo.
Micromosaici
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